Malinconico (OCF): non esistono solo le correnti della magistratura, Bonafede pensi anche agli utenti

La Fase 2 ha portato ovunque, con le dovute precauzioni, la ripresa delle attività economiche e produttive. È ripartita invece solo sulla carta la Giustizia italiana, sostanzialmente congelata in tutto il Paese, quasi ovunque con rinvii e uffici giudiziari deserti e con le poche eccezioni fatte però di gravi disservizi che provocano code e assembramenti all’esterno dei palazzi.
A denunciare la situazione paradossale della Giustizia italiana sono gli Avvocati dell’Organismo Congressuale Forense, con un dossier video girato questa mattina – salvo il video di Roma, che risale ai giorni scorsi – negli uffici giudiziari del Paese dal nord al sud.
“Abbiamo scelto come colonna sonora quella del film ‘Il tè nel deserto’, che ci sembra rappresentare alla perfezione il clima di generale abbandono – spiega Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’OCF – da Milano a Napoli, da Pordenone a Messina, da Genova a Bari, ovunque le stesse immagini: dentro i palazzi il vuoto, le udienze rinviate, il silenzio della Giustizia. Fuori, le code degli utenti, talvolta le polemiche, spesso i disservizi”.
Un caos annunciato che nei giorni scorsi aveva spinto l’Organismo Congressuale Forense a proclamare lo stato di agitazione dell’Avvocatura italiana.
“Considerando che ogni anno, durante l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario ascoltiamo le relazioni dei Presidenti e dei Procuratori Generali che ci informano sull’arretrato delle cause pendenti, talvolta in lieve diminuzione, talvolta in lieve aumento, ma sostanzialmente stabile – prosegue la nota dell’OCF – ci chiediamo cosa accadrà nel gennaio prossimo quando sarà il momento di fare i conti. Fino a quando la pandemia potrà valere come scusa per bloccare tutto, dal momento che gli avvocati e la stragrande maggioranza dei magistrati altro non chiedono che di poter tornare a lavorare?”
“Sono ormai innumerevoli gli appelli lanciati al Ministro Bonafede perché intervenga – conclude Malinconico – le mancate risposte però non ci hanno convinto a desistere: rinnoviamo l’invito al Guardasigilli a prendere in mano la situazione. Giustizia non vuol dire solo occuparsi di correnti della Magistratura o di Csm. Giustizia vuol dire aver cura dei diritti dei cittadini. Un dettaglio che ormai sembra passato del tutto in secondo piano”.

GUARDA IL VIDEO