ASSEMBLEA OCF 24 E 25 MAGGIO 2024

Attacco alle garanzie del difensore

 

L’Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense

  • attesa l’iniziativa della Procura della Repubblica di Milano, non avallata dal Giudice per le indagini preliminari, che ha indagato e chiesto la misura interdittiva nei confronti di due difensori nell’ambito dello stesso procedimento nel quale espletavano l’incarico difensivo;
  • rilevata l’utilizzazione di conversazioni tra l’Avvocato e il suo assistito in ragione dell’esercizio dell’attività difensiva;

evidenzia il pericolo di compressione del diritto di difesa e l’impossibilità di garantire la stessa quale conseguenza di investigazioni e tesi accusatorie che non tengano conto della importanza del ruolo del difensore.

Esprime, poi, forte preoccupazione per il verificarsi di vicende giudiziarie che evidenziano la diffusione di idee di giustizia che contrastano con la natura liberale e democratica del nostro Stato. Infatti, la libertà del rapporto tra avvocato e suo assistito discende dalla funzione essenziale della difesa nel processo. Le indagini a carico del difensore nel corso del processo costituiscono di per sé una aggressione alla libertà del cittadino.

Inoltre, l’ascolto e, per giunta, l’utilizzazione di conversazioni tra l’indagato e il suo difensore sono un vulnus ad una concezione liberale della giustizia, in violazione del divieto espresso di cui all’art. 103 comma 5 c.p.p.. Il cittadino deve rapportarsi al suo difensore con l’assoluta tranquillità che quanto riferito non sia percepito dagli inquirenti e, addirittura, utilizzato contro di lui nel processo a suo carico. Diversamente, la difesa sarebbe ineluttabilmente negata e il difensore posto nell’impossibilità di espletare effettivamente il mandato professionale. E’, poi, peculiare che sia proprio l’iscrizione dell’Avvocato nel registro degli indagati, a seguito dell’ascolto e della interpretazione dei dialoghi tra lo stesso e il suo assistito, a rendere utilizzabili le stesse intercettazioni.

Si invita, pertanto, il Parlamento ad approvare con urgenza, in via definitiva, la riforma dell’art. 103 c.p.p. che, nella nuova formulazione, obbliga espressamente gli inquirenti ad interrompere immediatamente l’ascolto delle conversazioni nel caso di colloquio al quale prenda parte l’Avvocato, onde evitare il ripetersi di sconcertanti attacchi alle garanzie del difensore come avvenuto a Milano.

L’OCF, ribadendo la gravità di quanto avvenuto, valuterà iniziative future di ferma protesta.

Documento su Attacco alle garanzie del Difensore 25.05.2024