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Piano nazionale vaccini: Lettera al Ministro della Salute e alla Ministra della Giustizia
OCF, senza con ciò incidere sui criteri generali e sulle priorità che il Governo ritiene di seguire in relazione al piano vaccinale, rinnova la richiesta di un intervento urgente, generale e UNIFORME, volto a rendere possibile la sottoposizione degli Avvocati italiani al piano di vaccinazione nella stessa sequenza temporale prevista per gli altri operatori di Giustizia (Magistrati e Cancellieri).
Gli Avvocati infatti esercitano la propria professione senza limitazioni territoriali e sono portati, per ragione del proprio ministero, a frequentare tutti gli uffici giudiziari sul territorio nazionale, senza eccezioni derivanti dalla zonizzazione sanitaria: il che li porta ad essere esposti tanto quanto gli altri operatori di Giustizia (se non di più) al contagio e a divenirne potenziale veicolo di trasmissione.
È evidente dunque che una seria azione di profilassi relativa agli operatori di Giustizia non può non estendersi a chi esercita la funzione di difensore, senza dare luogo a discriminazioni ingiustificate e conseguenze negative anche sotto il profilo dell’efficacia dell’azione di profilassi sanitaria.
Lettera ai Ministri Dott. Franco e Prof. Cartabia
Assemblea 26-27 Febbraio, Ordine del Giorno
L'Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense si terrà, in modalità telematica da remoto, dalle ore 15.30 alle ore 19.30 di venerdì 26 febbraio e dalle ore 10.00 alle ore 14.00 di sabato 27 febbraio.
Di seguito l'ORDINE DEL GIORNO:
1) Approvazione dei verbali del 22/23 gennaio 2021 e 5 febbraio 2021, del 18/19 dicembre 2020;
2) Relazione del Tesoriere sull’iter di approvazione del bilancio dell’OCF;
3) Aggiornamento sull’incontro del 23.2.2021, con l’Ufficio di Presidenza della 2ª Commissione del Senato, nell'ambito dell'esame del Doc. XXVII, n. 18 (Piano nazionale di ripresa e resilienza;
4) “Recovery fund”, valutazione e determinazioni conseguenti;
5) Aggiornamento sull’incontro con i Presidenti dei CPO del 19.2.2021;
6) Aggiornamento dei gruppi di lavoro;
7) Varie ed eventuali;
8) Aggiornamento sull’audizione del 23.2.2021 in Commissione al Senato sul Piano Nazionale di Resilienza;
9) Accesso ed esami di abilitazione, aggiornamento del gruppo di lavoro. Questo argomento sarà trattato come primo punto nella sessione di sabato mattina.
Giustizia, gli avvocati OCF al premier incaricato Draghi: ci convochi per parlare di riforme
L'Organismo Congressuale Forense, organo che esercita la rappresentanza politica dell'intera Avvocatura Italiana, chiede al Presidente incaricato Draghi un incontro urgente per discutere di Giustizia e di riforme in vista della formazione del nuovo Governo.
"La mole gigantesca dell'arretrato civile e penale, fenomeno aggravato dalla pandemia, sono il punto da cui partire, nel merito, per affrontare una riforma organica della Giustizia che finalmente metta seduti intorno a un tavolo tutti gli attori del processo, perché ciascuno, sia esso avvocato o magistrato, possa fornire il doveroso contributo alla soluzione dei problemi, affinché in Italia sia recuperata la civiltà della tutela dei diritti, soprattutto rispetto alle esigenze delle fasce più deboli della società, in questo momento storica di grande sofferenza".
Così Giovanni Malinconico, Coordinatore dell'OCF, in una nota. "Lungi dal voler innescare una polemica sterile - spiega Malinconico - non possiamo non tenere a mente il fatto che ad esempio, in tutti i ministeri, non solo in quello della Giustizia, sono oltre 200 i magistrati distaccati. Un fenomeno questo che, inevitabilmente, condiziona da un punto di vista tecnico le scelte della Politica. Ci piacerebbe dunque che, nella fase della programmazione, la voce dell'Avvocatura fosse parimenti ascoltata nelle sedi in cui si decidono gli indirizzi politici da imprimere alla macchina dello Stato".
"Non possiamo non far notare - prosegue poi la nota dell'OCF - che a proposito di programmazione, il modo in cui vengono affrontati i temi della Giustizia nella bozza di recovery plan circolata nelle settimane scorse è gravemente inadeguato. Eppure ben sappiamo, per averlo ascoltato da sempre ogni anno durante le Inaugurazioni dell'Anno Giudiziario, che i ritardi dei processi sono uno degli elementi che allontanano gli investimenti dal nostro Paese, tanto per dirne una".
Eppure, continua Malinconico, "si continua ad andare avanti con interventi tampone che non risolvono nulla o magari con provvedimenti estremamente divisivi come la riforma della prescrizione. Ben altre sono le strade da intraprendere con assoluta urgenza, per l'adeguamento della Giustizia alle esigenze del nostro Paese. Faccio un esempio: la digitalizzazione della Giustizia, resa necessaria dalla pandemia, avrebbe potuto rappresentare un elemento di svolta del sistema in chiave positiva, capace di snellire una burocrazia lenta e farraginosa, se non fosse stata invece l'ennesima opportunità sprecata. La pandemia, infatti, è stata colta solamente come un'occasione per allontanare avvocati ed utenti dagli uffici giudiziari, divenuti così ancor più inaccessibili".
E a proposito di uffici, "come dimenticare le condizioni pietose dei palazzi della Giustizia, con aule fuori norma, fatiscenti e talvolta addirittura pericolose? Né d'altra parte c'è solo la sconcertante – e ben nota - vicenda del Palagiustizia di Bari, in materia di edilizia giudiziaria, ma mille scandali relegati alle cronache locali e che solo gli operatori conoscono".
Infine, ma non ultima, vi è la condizione di grande difficoltà economica dell'Avvocatura Italiana, la cui indipendenza e autonomia, anche economica, sono un baluardo imprescindibile della democraticità del nostro sistema di tutele.
"Di argomenti di cui parlare insomma ce ne sono molti - conclude Malinconico - ma siamo certi che il professor Draghi saprà porre mano ad essi ascoltando le voci delle varie anime che compongono il pianeta Giustizia, ormai da lungo tempo abbandonato a se stesso".
Lettera aperta dell'avvocatura italiana ai partiti: fate presto!
Mentre la crisi di governo procede con il suo corso, apprendiamo dai quotidiani e dalle analisi dei commentatori che essa rischia di incagliarsi proprio sulla Giustizia, in particolare sulla relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede.
Lasciando da parte le valutazioni che ciascuno compirà in cuor suo sulle ragioni di questo o quell'esponente politico, confidando nella saggezza del Capo dello Stato ed augurandoci come Organismo Congressuale Forense, organo di rappresentanza politica dell'Avvocatura, una rapida soluzione della crisi nell'interesse del Paese, ci sentiamo in questo momento di indirizzare questa lettera aperta a tutti i partiti politici.
Come noto, da tempo OCF segnala in tutte le competenti sedi istituzionali ma anche all'opinione pubblica la drammatica situazione della Giustizia Italiana.
Come recentemente denunciato, la condizione della macchina giudiziaria del nostro Paese ha raggiunto uno dei livelli più critici della storia repubblicana, incapace di dare adeguata risposta alla domanda di Giustizia della società, dei cittadini e delle imprese.
Da un lato le ripercussioni della pandemia, dall'altro la delegittimazione della funzione giurisdizionale in Italia stanno provocando un inammissibile impoverimento delle tutele approntate dalla nostra Costituzione. Una crisi di sistema a fronte della quale l'esecutivo non si è mosso con interventi organici, da tempo sollecitati dagli Avvocati, ma affrontando l'emergenza giorno per giorno.
Nei mesi scorsi OCF, CNF, Cassa Forense e Unione delle Camere Penali con una nota congiunta chiedevano un “Piano straordinario per la Giustizia”, oggi paralizzata, non accessibile e ostaggio di profonde distorsioni. La crisi politica in atto evidentemente inciderà sui tempi necessari, ma può rappresentare l'occasione per ripartire con rinnovata energia a fronte di problemi che non sono più eludibili.
Parliamo di separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante - e le recenti affermazioni di certi procuratori della Repubblica rendono evidente l'urgenza di questo intervento - parliamo di inserimento della figura dell'avvocato in Costituzione; di riforma organica del processo per sveltirne i tempi e ridurre l'arretrato; di ritorno ai principi cardine del diritto in materia di prescrizione; di investimenti concreti rispetto a un'edilizia giudiziaria che cade a pezzi; parliamo infine di investimenti rispetto a una giustizia telematica che non può limitarsi alla mera estromissione degli Avvocati e dei Cittadini dai palazzi di Giustizia dietro la scusa dell'emergenza sanitaria.
Altrettanti temi che l'OCF ha posto continuamente all'attenzione delle forze politiche nel corso degli ultimi anni ma che mai sono stati al centro dell'agenda politica se non con misure estemporanee e disorganiche.
Oggi viceversa la crisi di governo pone nuovamente in piena luce queste necessità, sulle quali gli Avvocati Italiani vorrebbero che i partiti si impegnassero concretamente o quanto meno si pronunciassero apertamente.
Fate presto, questo è il nostro appello alla politica, perché affossare e negare la Giustizia significa affossare e negare i diritti dei cittadini che la Politica dovrebbe rappresentare. Fate presto. E una volta risolta la crisi, si torni a dialogare di principi e riforme di un settore cruciale per la vita del nostro Paese.
Assemblea 22-23 Gennaio, Ordine del Giorno
La prossima Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense si terrà, in modalità telematica da remoto, dalle ore 15.30 alle ore 19.30 di giorno 22 gennaio e dalle ore 10.00 alle ore 14.00 di giorno 23 gennaio.
Di seguito l'ORDINE DEL GIORNO:
1) Approvazione dei verbali del 20/21 novembre 2020, del 18/19 dicembre 2020;
2) Relazione sull’attività di OCF nel 2020 e pianificazione delle iniziative per il 2021;
3) Approvazione bilancio consuntivo 2020, bilancio preventivo 2021 e relative relazioni;
4) “Recovery fund”, valutazione e determinazioni conseguenti;
5) Aggiornamento sull’incontro con i Presidenti dei COA e delle Associazioni Forensi del 22.1.2021;
6) Aggiornamento dei lavori del gdl Ordinamento Forense;
7) Aggiornamento degli esiti del tavolo congiunto “ADR e Processo civile” e approvazione del documento tecnico per la “Giustizia complementare”;
8) Inaugurazione Anno Giudiziario - adozione di eventuali iniziative sulle modalità di partecipazione;
9) Aggiornamento dei Gruppi di Lavoro;
10) Varie ed eventuali;
11) Modalità di svolgimento della prossima sessione di esami di abilitazione alla professione di Avvocato, rinviato al prossimo mese di aprile;
12) Modalità di consultazione con i Delegati Congressuali in riferimento alla Sessione ulteriore del Congresso deliberata dall’OCF.
"Di chi è la costituzione? È mia". Il video dell'OCF per il 2021: ripartiamo dai diritti
Ripartiamo dai diritti. È l'appello e l'augurio che l'Organismo Congressuale Forense rivolge alle Istituzioni tutte, per lasciare alle spalle un anno difficilissimo come il 2020, in cui tutte le criticità del sistema Giustizia sono state esasperate dall'emergenza sanitaria.
"Lo facciamo con un video che ripercorre un famoso spot degli anni Novanta - spiega il coordinatore di OCF, Giovanni Malinconico - in cui un gruppo di studenti davanti al professore che li incalza chiedendo di chi è questa, orgogliosamente dicono: è mia". Nel video, i cui interpreti sono tutti avvocati, gli alunni rappresentano tutti i mestieri, le professioni e le classi sociali, a significare che la Carta Costituzionale appartiene a ciascuno di noi.
"E davvero della Costituzione, mai come oggi, abbiamo profondamente bisogno - spiega Vincenzo Ciraolo, segretario dell'OCF - perché essa rappresenta un solido baluardo a difesa dei diritti dei cittadini".
Del resto, questo appena trascorso, è stato per i diritti un anno difficile. L'anno della battaglia sulla prescrizione, per ripetere che l'arbitro non può cambiare le regole in corsa durante la partita e che i ritardi atavici della giustizia non possono tradursi in un atteggiamento punitivo nei confronti del cittadino. Un anno in cui l'Organismo Congressuale Forense si è battuto per riportare al centro la giurisdizione; per la modernizzazione della Giustizia; per dire che le udienze a distanza vanno pur bene, ma non possono essere una scusa per estromettere i difensori dall'interlocuzione con i giudici. Un anno tremendo in cui la pandemia ha reso evidente a tutti l'inadeguatezza di un'edilizia giudiziaria tanto fatiscente quanto dispendiosa.
Davanti a tutto ciò non possiamo che ripetere quanto si dice in coda al video: "La Costituzione siamo noi, i nostri diritti, la nostra storia, la nostra identità: facciamola vivere, pretendiamone il rispetto e difendiamola sempre, insieme". Auguri per un 2021 all'insegna della nostra Carta fondamentale.