Fine corsa equo compenso | Paparo: “Flop che si sarebbe dovuto evitare”
Il disegno di legge sull'equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti ha concluso il suo iter parlamentare al Senato senza giungere purtroppo alla sua approvazione perché la Conferenza dei capigruppo non ha trovato l’intesa su quando mandare al voto il testo prima della chiusura della legislatura.
Così sul punto Sergio Paparo, coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense: “Siamo molto delusi per la mancata approvazione del disegno di legge. I professionisti e in particolare gli avvocati attendevano questo provvedimento a garanzia delle loro giuste remunerazioni rispetto ai c.d. clienti forti e l’OCF, di concerto con il CNF e con tutte le associazioni forensi, si è speso tantissimo perché il Parlamento ne concludesse l’iter di approvazione.
Seppure con l’attenuante della sfortunata coincidenza dello scioglimento delle Camere proprio quando il DDL sarebbe dovuto approdare in aula al Senato, questo flop si sarebbe dovuto evitare sottraendolo alle dinamiche proprie della campagna elettorale".
Carenze organico | Roma, stop udienze per sei mesi. Paparo: “Dall’Ocf proposte dell’avvocatura per il nuovo governo”
La sospensione dell’assegnazione dei processi penali collegiali per 6 mesi presso il Tribunale di Roma a causa della carenza di organico dei magistrati (che comporta che dei 32 collegi giudicanti previsti ne operino di fatto solo 18) è lo specchio della realtà in cui si trova da anni la giustizia italiana ed è fonte di grave preoccupazione per tutta l’avvocatura che rimane sgomenta davanti a un provvedimento così grave e senza precedenti.
Come già ribadito più volte dall’Organismo Congressuale Forense le riforme procedurali e l’ufficio del processo non bastano da soli a risolvere i problemi della giustizia se non si mette mano concretamente alle vere cause del problema: carenze di organico dei magistrati togati (il numero dei fuori ruolo è peraltro davvero eccessivo), mancata valorizzazione della magistratura onoraria, scoperture di organico degli amministrativi, inadeguatezza delle risorse tecniche e delle strutture ed in ultimo per il settore penale un eccesso di norme incriminatrici (che prevedono spesso fattispecie di allarme sociale nullo) che si traduce in una massa di indagini e processi ormai davvero ingestibili per la macchina della giustizia.
"L’avvocatura che si prepara al prossimo Congresso Nazionale Forense di Lecce è consapevole di questi problemi e del ritardo con cui la politica li ha fino ad ora affrontati e per questo l’Organismo Congressuale Forense che ne esercita la rappresentanza politica è - secondo il suo Coordinatore, Sergio Paparo - pronto a farsi carico di queste problematiche elaborando proposte concrete da sottoporre ai nuovi parlamento e governo".
Carenze organico | Roma, stop udienze per sei mesi. Paparo: "Dall'Ocf proposte dell’avvocatura per il nuovo governo"
La sospensione dell’assegnazione dei processi collegiali per 6 mesi presso il Tribunale di Roma a causa della carenza di organico dei magistrati (che comporta che dei 32 collegi giudicanti previsti ne operino di fatto solo 18) è lo specchio della realtà in cui si trova da anni la giustizia italiana ed è fonte di grave preoccupazione per tutta l’avvocatura che rimane sgomenta davanti a un provvedimento così grave e senza precedenti.
Come già ribadito più volte dall’Organismo Congressuale Forense le riforme procedurali e l’ufficio del processo non bastano da soli a risolvere i problemi della giustizia se non si mette mano concretamente alle vere cause del problema: carenze di organico dei magistrati togati (il numero dei fuori ruolo è peraltro davvero eccessivo), mancata valorizzazione della magistratura onoraria, scoperture di organico degli amministrativi, inadeguatezza delle risorse tecniche e delle strutture ed in ultimo per il settore penale un eccesso di norme incriminatrici (che prevedono spesso fattispecie di allarme sociale nullo) che si traduce in una massa di indagini e processi ormai davvero ingestibili per la macchina della giustizia.
"L’avvocatura che si prepara al prossimo Congresso Nazionale Forense di Lecce è consapevole di questi problemi e del ritardo con cui la politica li ha fino ad ora affrontati e per questo l’Organismo Congressuale Forense che ne esercita la rappresentanza politica è - secondo il suo Coordinatore, Sergio Paparo - pronto a farsi carico di queste problematiche elaborando proposte concrete da sottoporre ai nuovi parlamento e governo".
Equo compenso, Paparo: “Si vinca la corsa contro il tempo per la sua approvazione”
Il rinvio della calendarizzazione al Senato del DDL sull’equo compenso al 6 settembre, nonostante le recenti rassicuranti parole del sottosegretario Sisto, determina l’Organismo Congressuale Forense a richiedere con forza l’approvazione del disegno di legge pur con i ristrettissimi margini di tempo rimasti.
Così Sergio Paparo, coordinatore OCF: “Si vinca la corsa contro il tempo. I gruppi parlamentari di Palazzo Madama hanno il dovere politico e anche morale di concludere l’iter di approvazione di un provvedimento così tanto atteso dai professionisti ed in particolare dagli avvocati. La recentissima approvazione a tempo di record della riforma della giustizia tributaria ci dimostra che, se c’è concreta volontà, l’equo compenso si può fare”.
La mancata approvazione di questo provvedimento fortemente voluto da tutta l’avvocatura e su cui l’Organismo si è così tanto speso in questi anni farebbe invece il gioco di quei contraenti forti, anche nella pubblica amministrazione, che continuano a volere corrispondere ai propri professionisti compensi inaccettabilmente esigui.
Genova, giustizia al collasso | Corrado, Ocf: "Tribunale impegnato nel caso Morandi, urgono risorse adeguate"
Mancano nove giudici sui diciannove necessari per il penale; una stima prudenziale vuole del 20% la carenza complessiva di giudici; quarantuno su un totale di ottanta sono i posti vacanti nel comparto cancellieri e funzionari; tre le maxi aule riservate al crollo del ponte Morandi, un caso che assorbirà da solo molte risorse. Sono questi alcuni numeri delle emergenze del Tribunale di Genova, una situazione al limite del collasso.
Andrea Corrado, componente dell'Organismo Congressuale Forense: "Oltre alla necessità di dare seguito alle riforme in corso della giustizia e dell’ordinamento giudiziario senza che la crisi di governo possa comprometterle (e sulle quali OCF ha chiesto l’impegno delle forze politiche che si propongono di governare il Paese), è necessario garantire al “sistema giustizia” gli strumenti essenziali per svolgere il proprio ruolo che viene compromesso dalle carenze di organico degli uffici giudiziari come quello genovese dove il Tribunale è impegnato in alcuni gravosi processi penali che ne erodono le risorse per i mesi a venire (ma le esigenze del comparto civile non sono da meno). La legittima protesta della Camera penale ligure evidenzia, ancora una volta, la problematica mai risolta della carenza di mezzi del comparto giustizia che, in questo periodo di riforme, deve essere definitivamente affrontata dal momento che la giustizia effettiva si ottiene non solo con regole efficaci ma anche con risorse adeguate".
Elezioni 2022 | OCF, lettera aperta alle forze politiche: "Vi chiediamo coraggio"
In occasione del prossimo appuntamento elettorale del 25 settembre e proprio nelle ore in cui si stanno decidendo alleanze e programmi, l'Organismo congressuale forense scrive una lettera alle forze politiche per ricordare quali siano le tappe fondamentali del corso riformatore e lancia un accorato appello per difendere e tutelare la giustizia al di là del consenso immediato e di facili populismi.
Di seguito il testo integrale.
L’Organismo Congressuale Forense (eletto dal Congresso Nazionale Forense in attuazione di quanto previsto dall’art. 39 della legge 247/2012) esercita iniziativa politica in nome dell’Avvocatura italiana; tra l’altro, ed in particolare, si adopera per l’affermazione e la tutela dei diritti e per conseguire il più efficace funzionamento della giurisdizione e dell’organizzazione dei servizi giudiziari.
Non è nostro compito valutare le ragioni che hanno portato alla recente crisi di governo ed allo scioglimento delle Camere, ma piuttosto prenderne atto ed indicare, a chi si propone di costituire il nuovo Parlamento e governare il Paese, la nostra idea sulle riforme volte ad ottenere una Giustizia che sia innanzitutto giusta, poi accessibile, affidabile e celere e, quindi, effettiva, nel rispetto del principio sancito dall’art. 111 della nostra Costituzione.
Nell’ultimo anno della legislatura, Governo e Parlamento sono stati sostanzialmente impegnati a dare attuazione ai progetti previsti dal PNRR ed è indubbio che la “battuta d’arresto” toglie serenità al corso riformatore della giustizia civile e penale e dell’ordinamento giudiziario, adesso in mezzo al guado, strette tra una frettolosa approvazione dei decreti legislativi, con significativi dubbi di costituzionalità perché mortificherebbe il passaggio parlamentare, ed una sospensione che determinerebbe lo scadere dei termini previsti dalle leggi di delega.
L’Avvocatura, sebbene in tutte le sue componenti abbia più volte denunciato limiti e criticità del progetto riformatore, cionondimeno, responsabilmente, comprende il carattere preclusivo assunto dall’iter riformatore nel “comparto giustizia” rispetto all’intero PNRR. Per questo riteniamo che l’impasse debba essere superata evitandosi, però, di dare attuazione a quei principi di delega che comprimono, sia nel processo civile che in quello penale, le garanzie della difesa ed il rispetto effettivo del contraddittorio.
Per quanto riguarda invece la legge delega sull’ordinamento giudiziario, rispetto alla quale l’iter di attuazione è appena iniziato, ci attendiamo un formale impegno a non lasciar cadere la delega, attivando tempestivamente le commissioni ministeriali che dovranno redigere i decreti legislativi, auspicando che in dette commissioni sia prevista una adeguata presenza di componenti di O.C.F. e delle altre rappresentanze forensi, per evitare il ripetersi della marginalizzazione del punto di vista dell’avvocatura, che è poi quello della comunità e della società che noi avvocati rappresentiamo nelle aule di giustizia. Confidiamo, inoltre, che la politica trovi la forza di proseguire nel percorso della riforma dell’ordinamento giudiziario fino alla conquista di un’effettiva terzietà del giudice (attraverso la definitiva separazione delle carriere requirenti da quelle giudicanti) ed al riconoscimento della legittima richiesta delle Istituzioni forensi di compartecipare alla concreta organizzazione e gestione dei servizi giudiziari, a livello sia ministeriale che territoriale.
Gli argomenti sul tappeto sono anche molti altri.
- C’è il tema dell’equo compenso il cui progetto di legge era oramai prossimo approvazione parlamentare: si tratta di un provvedimento assolutamente necessario per assicurare la qualità della giustizia quando di fronte al cittadino si parano i potentati economici o istituzionali. Non è una battaglia corporativa ma di assoluta civiltà.
- C’è, poi, il tema della giustizia complementare, ossia di tutto quel comparto che alleggerisce l’apparato giudiziario e che va affidato alla crescente esperienza e responsabilità dell’avvocatura. In questo ambito troviamo tutti gli organismi di mediazione che offrono la garanzia della competenza giuridica dell’avvocato, così come i vari strumenti di composizione della crisi che l’avvocatura sta dando prova di saper gestire. Infine, la valorizzazione di tutte quelle attività sussidiarie della giurisdizione, ad esempio nei settori della volontaria giurisdizione e di tutela dei soggetti deboli, nei quali l’Avvocatura da tempo si muove come un corpo sociale massimamente responsabile.
- C’è, ancora, il tema della tecnologia, dentro il processo e nel rapporto tra l’organizzazione giudiziaria e le altre articolazioni statali. La transizione digitale, che è uno degli snodi sottostanti al PNRR, deve trovare una meno timida capacità di penetrazione nel mondo giudiziario. Con questo non si allude all’automazione delle decisioni, che anzi dovrà vedere un impegno formale della politica affinché la sua sola eventualità sia scongiurata. Ci riferiamo, invece, alla profanazione di quella specie di templi sacri che sono i Ministeri, ciascuno dei quali custodisce una piattaforma processuale diversa, incurante dell’incapacità che i sistemi informatici hanno di parlare tra di loro. Per assurdo, è più facile per una cancelleria dialogare telematicamente con un ufficio comunale che con un’altra cancelleria. Tecnologia vuol dire dati e la carta vincente non è scovare l’ultima diavoleria informatica (tanto quella arriva da sé), ma riuscire a renderne trasparenti i percorsi evitando di fare prima la legge e poi studiarne il possibile impatto e doverne cercarne i rimedi; si tratta di una grave patologia perché il sistema dovrebbe funzionare esattamente al contrario: prima si valuta l’impatto e poi si fa la legge.
Molto altro ancora avremmo da prospettarVi e lo faremo, più articolatamente e compitamente, nel prossimo Congresso Nazionale Forense, che si terrà a Lecce dal 6 all’8 ottobre, pochi giorni dopo che il nuovo Parlamento sarà stato eletto.
Per il momento, nel mentre le Vostre campagne elettorali stanno entrando nel vivo, Vi ricordiamo che in materia di Giustizia ci vuole coraggio, e noi ve lo chiediamo; ma ci vuole anche sincerità, perché si abbandoni la scusa del non fare perché “si tratta di scelte divisive”.
La nostra Costituzione, è una carta di valori, voluti ed affermati dai nostri padri costituenti non solo come reazione alla dittatura ed all’oppressione fascista ma soprattutto come progetto per la ricostruzione di una democrazia effettiva e non meramente formale. I “principi fondamentali”, che costituiscono il nucleo essenziale e forte della carta dei valori, disegnano una società buona, solidale, rispettosa delle differenze; rileviamo, con amarezza e sgomento, che i nostri padri costituenti di certo si prefiguravano una società ben diversa da quella attuale, chiusa su se stessa, egoista e diffidente, spaventata dalle diversità.
Quel “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale” che costituisce l’incipit dell’art. 3 (giustamente considerato dagli studiosi il “capolavoro istituzionale” della Carta) enuncia le garanzie fondamentali della persona (“senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”) assegnando alla Giurisdizione, ai suoi soggetti ed alle sue regole, la responsabilità di assicurarne l’eguaglianza “davanti alla legge”. In questo contesto, non è un caso che quello della Giustizia sia l’unico Ministro espressamente menzionato nella nostra Carta Costituzionale; perché è al Ministro della Giustizia che è assegnato il compito, essenziale per la tenuta di tutto l’impianto costituzionale, di assicurare che la Giurisdizione (la scriviamo, volutamente, con la G maiuscola) possa assolvere a quella responsabilità.
E’ compito del Parlamento difendere e tutelare la Giurisdizione; ed è un compito che va ben oltre quello, previsto dall’art. 110, che impone al Ministro della Giustizia di assicurare “l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia”, perché la Giurisdizione si difende e si tutela non solo rispettandone la sua funzione, le sue prerogative, le sue regole ed i suoi protagonisti ma anche preservandola dalle dinamiche della ricerca a tutti i costi del consenso elettorale, che troppo spesso tracima, pericolosamente, nel populismo.
Congresso Nazionale Forense | I temi congressuali
Il Comitato organizzatore del prossimo Congresso Nazionale Forense ha preso atto che l’Organismo Congressuale Forense con comunicazione inviata al Consiglio Nazionale Forense del 14 maggio 2022 ha chiesto la integrazione dei temi di cui all’ordine del giorno del Congresso.
Onde, allo stato, i temi congressuali sono:
1. Un nuovo ordinamento per un’Avvocatura protagonista della tutela dei diritti nel tempo dei cambiamenti globali
2. L’attuazione delle riforme e gli effetti, anche economici, sull’esercizio della professione
3. Giustizia predittiva e salvaguardia del “giusto processo”. Intelligenza artificiale: il ruolo e le nuove competenze degli avvocati nella tendenziale automazione nell’organizzazione e nella decisione giudiziaria
4. Revisione del regolamento - statuto congressuale approvato nel corso del XXXIII Congresso Nazionale Forense di Rimini e successivamente modificato nel corso del XXXIV Congresso Nazionale Forense di Catania.
FOCUS | Intelligenza artificiale e giustizia
Focus di approfondimento a cura dell'Organismo congressuale forense
Le nuove tecnologie stanno cambiando i nostri stili di vita con implicazioni significative che coinvolgono il diritto e l’etica. L'Organismo congressuale forense ha realizzato una serie di approfondimenti con giuristi ed esperti, in vista dell'appuntamento di ottobre in cui l'AI costituirà uno dei temi congressuali.
AI e giustizia | Paradigmi tecnici e paradigmi normativi
Ospiti relatori Maurizio Ragusa, VP di Expert Sistem, e Raffaele Zallone, esperto di diritto dell’informatica, diritto della privacy e protezione dei dati personali, contratti di informatica, e-commerce. GUARDA IL VIDEO 👉 https://www.youtube.com/watch?v=7eQrx4T9k8c&t=591s
Rule of law e giustizia predittiva
Ospiti relatori Riccardo Perlusz, già direttore Sicurezza di Ibm Italia, esperto di forensic e nuove tecnologie, ed Enrico Consolandi, presidente della sezione terza civile del Tribunale di Brescia. GUARDA IL VIDEO 👉 https://www.youtube.com/watch?v=AI9Um4P_sqs
AI e tutela dei diritti. Dalle investigazioni al processo, un equilibrio tutto da costruire?
Ospiti relatori Andrea Lisi, avvocato esperto di tecnologia e privacy, ed Edoardo Limone, esperto tecnico di forensics e soluzioni digitali applicate alla tutela dei diritti. GUARDA IL VIDEO 👉 https://www.youtube.com/watch?v=9WbZ8WMEV0k
In studio gli avvocati Alessandra Dalla Bona, componente Ufficio di Coordinamento Ocf, e Andrea Stanchi, del gruppo di lavoro sull'intelligenza artificiale.
SCARICA QUI IL PDF: INTELLIGENZA ARTIFICIALE E GIUSTIZIA