Riforma processo penale, OCF boccia il testo: come studenti che si applicano ma non sono bravi.
Riforma dal sapore agrodolce, quella varata dal Consiglio dei Ministri di ieri, che l’Organismo Congressuale Forense valuta negativamente, pur riconoscendo al Ministro Alfonso Bonafede una qualche apertura al dialogo ed al confronto. Apprezzabile nella forma ma largamente insufficiente nei contenuti.
Prendiamo atto con soddisfazione del fatto che suggerimenti proposti da OCF abbiano trovato riscontro nel testo della delega al Governo. La soddisfazione tuttavia viene fortemente ridimensionata nel constatare che per molti altri passaggi determinanti per la riforma del processo penale, le preoccupazioni espresse dall’Avvocatura non siano state ascoltate.
“Le critiche al Disegno di Legge riguardano ad esempio il passaggio relativo alle notifiche all’imputato, che responsabilizzano l’Avvocatura senza distinzione tra nomine fiduciarie e nomine d’ufficio, con la necessità di un ulteriore specifico mandato per poter proporre appello dopo la condanna in primo grado – spiega il coordinatore dell’OCF, Giovanni Malinconico – ma riguardano pure l’impossibilità per il giudice di applicare l’Istituto dell’Affidamento in prova al Servizio Sociale, un proposta dell’Organismo che pure aveva trovato unanime consenso nell’ANM e nell’Unione Camere Penali. Avrebbe diminuito sensibilmente i procedimenti davanti al Tribunale di Sorveglianza ed eliminato ad esempio le impugnazioni delle sentenze di patteggiamento o di concordato”.
“Insomma, ci sono gli studenti bravi che non si applicano – conclude Malinconico – in questo caso non vorremo trovarci di fronte all’ipotesi inversa. È l’arte di complicare le cose semplici e di spiegare le ricette al cuoco: se a via Arenula ascoltassero i tecnici, molti problemi sarebbero risolti”.
L’auspicio è che sul testo si avvii prontamente una nuova stagione di consultazioni, per eliminare le criticità e rendere effettivamente utile la riforma.