Riforma del processo civile
L’Organismo Congressuale Forense, nel prendere atto dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del testo del disegno di legge delega per la riforma del processo civile, riserva le opportune considerazioni all’esito dei lavori dell’apposito dipartimento a suo tempo costituito e salve le prerogative dell’Assemblea.
Rileva che il testo ha recepito e conserva molte delle importanti modifiche apportate all’originario ed inaccettabile testo all’esito del confronto attuato nel tavolo di lavoro ministeriale, in accoglimento delle richieste formulate dall’Avvocatura in conformità alla volontà espressa dal XXXIV Congresso Nazionale Forense nei deliberati assunti a Catania il 5.10.2018.
Suscitano invece sorpresa e disappunto le modifiche apportate al testo concertato senza alcuna preventiva consultazione con l’Avvocatura e in specie con l’Organismo deputato all’attuazione dei deliberati congressuali.
Inaccettabile è sicuramente l’esclusione dalla delega della revisione dell’art. 2113 del codice civile volta a potenziare la negoziazione assistita in materia di lavoro, in forza di principi concertati al tavolo di lavoro, già da lungo tempo condivisi da entrambe le forze politiche di governo e presenti in numerose bozze di riforma del processo civile: si tratta di una modifica rispetto alla quale l’OCF esprime ferma opposizione.
Ma più ancora preoccupa il metodo seguito dal Ministro della Giustizia il quale, abbandonando unilateralmente la prassi virtuosa seguita nei primi mesi del corrente anno, ha cessato da oltre cinque mesi ogni forma di consultazione con l’Organismo che rappresenta la voce libera, autonoma, indipendente e non vigilata dell’Avvocatura Italiana.
Si tratta di una deriva illiberale, tanto più grave in quanto sono rimaste totalmente prive di risposta le richieste di confronto inoltrate al Guardasigilli sia per via informale che in modo formale (da ultimo con la nota del 14.11.2019), rispetto alla quale l’Organismo Congressuale Forense valuterà ogni più opportuna iniziativa, anche in vista dell’iter parlamentare del DdL di delega e del successivo percorso di redazione dei decreti delegati.