OCF: “ottimi gli emendamenti su equo compenso; estensione crediti iva per professionisti e legittimo impedimento del difensore in caso di stato di gravidanza. Ora il Governo faccia la sua parte”
“Su equo compenso, legittimo impedimento delle avvocate in gravidanza o maternità, estensione del privilegio ex art. 2751 ai crediti iva anche ai professionisti, è stato fatto un ottimo lavoro in termini di emendamenti presentati. Ora il Governo faccia la sua parte”. Così in una nota il coordinatore dell’Organismo congressuale forense, Antonio Rosa.
“In materia di equo compenso avvocati e professionisti salutano con favore – sottolinea il coordinatore – l’emendamento dell’on. Nunzia De Girolamo che coglie alcune criticità della norma da noi ampiamente evidenziate. In particolare la proposta (già dichiarata ammissibile) elimina la possibilità di negoziare e rendere dunque ammissibili in caso di ‘specifica trattativa’ le clausole vessatorie; amplia le clausole di nullità del contratto (estendendole, tra l’altro, anche all’imposizione al professionista dell’onere di anticipare le spese e alla rinuncia alle eventuali spese anticipate), e, inoltre, cosa particolarmente importante, cancella il termine di decadenza di due anni per proporre l’azione di nullità.
Medesimo apprezzamento -continua Rosa – viene espresso per un altro emendamento (sempre a firma De Girolamo) che come doveroso atto di tutela e rispetto per le colleghe introduce il legittimo impedimento del difensore a comparire in caso di stato di gravidanza e maternità, durante il periodo corrispondente al congedo obbligatorio e, nei casi di allattamento e malattia, fino al compimento di tre anni per il bambino e che, inoltre, prevede che l’avvocata in gravidanza abbia la precedenza negli adempimenti di cancelleria. Infine – conclude Rosa – esprimiamo soddisfazione per la proposta emendativa di estendere il privilegio ex art. 2751 bis del codice civile ai crediti per IVA e contributi professionali per i professionisti. Ora – conclude il coordinatore dell’OCF – il Governo faccia la propria parte dimostrando concretamente di stare accanto ai professionisti e, in particolare in materia di equo compenso, non dalla parte dei poteri forti di Banche e assicurazioni”.