OCF al Ministro Bonafede: proseguire nella riforma del processo civile con metodo concertazione e senza pregiudicare il diritto di difesa
Roma, 11 luglio 2019 – L’Organismo Congressuale Forense (OCF) ha incontrato ieri pomeriggio il Ministro della Giustizia al Tavolo per la riforma del processo civile insieme ai rappresentanti di CNF, ANM, UNCC e AIGA.
L’Organismo Congressuale Forense ha apprezzato il fatto che si sia accantonato lo strumento della legislazione d’urgenza a favore della formulazione di una bozza di legge delega ed il recepimento di parti significative delle richieste formulate dall’Avvocatura.
In particolare, nel Marzo 2019, l’OCF aveva espresso dissenso rispetto ad alcuni punti dell’intervento legislativo prospettato dal Ministero che prevedevano l’introduzione di preclusioni processuali collegate agli atti introduttivi, l’aumento dei poteri istruttori del giudice sul modello del processo del lavoro, ulteriori sanzioni a carico delle parti.
I rappresentanti dell’Organismo Congressuale Forense avevano richiesto il recepimento delle istanze e delle soluzioni formulate in attuazione dei deliberati assunti a Catania dal XXXIV Congresso Nazionale Forense con particolare riferimento alle facoltà di istruttoria pre-giudiziale degli Avvocati, all’articolazione della fase preliminare ed alle modalità di determinazione della materia del contendere e del materiale probatorio, alla fase decisoria, all’appello.
Positivi, nella proposta del Ministero discussa ieri pomeriggio, l’eliminazione del filtro di inammissibilità nel giudizio d’appello, la previsione di semplificazione della negoziazione assistita e la sua estensione alle controversie in materia di lavoro e più ancora, nel medesimo contesto stragiudiziale, l’affermazione di poteri di istruzione, con possibilità di trasferimento delle relative acquisizioni probatorie anche nel processo.
Vi sono però ancora aspetti importanti e di impianto che impongono ulteriore approfondimento e modifiche, in particolare per la fase di definizione del thema decidendum, per la quale si richiedono modifiche di razionalizzazione e di garanzia per le parti, e per il modello decisorio nel giudizio d’appello, che non offre adeguate garanzie per assicurare il diritto di contraddittorio.
L’Organismo Congressuale Forense confida che, seguendo lo stesso metodo di concertazione che ha permesso in questi mesi di evitare l’approvazione di norme alle quali l’Avvocatura era assolutamente contraria, si arrivi alla correzione di tali aspetti sia durante l’iter legislativo che nella fase di attuazione della delega.
Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, ha dichiarato: “Esprimiamo apprezzamento per il metodo seguito dal Ministro, ricordando che la vicenda della riforma del processo civile, partita nel dicembre scorso con una ipotesi di decretazione d’urgenza su un modello processuale molto lontano da quello auspicato dall’Avvocatura, ha invece seguito un metodo di concertazione, sia sullo strumento che sui contenuti”.