Iran, l’OCF chiede l’intervento del governo italiano per salvare l’Avvocatessa Nasrin Sotoudeh
L’Organismo Congressuale Forense (OCF) – l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana – ha inviato oggi formale richiesta ai Ministri di Esteri e Giustizia – Prof. Enzo Moavero Milanesi e Avv. Alfonso Bonafede – perché esprimano la solidarietà del governo italiano nei confronti di Nasrin Sotoudeh, Avvocato e attivista per i diritti umani, condannata oltraggiosamente dal regime iraniano soltanto per aver svolto la professione di Avvocato.
Sotoudeh è il più famoso Avvocato al mondo per i diritti umani, è stato il braccio destro del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, ha vinto il premio Sakharov per la libertà di pensiero del Parlamento Europeo nel 2012. Ha difeso giornalisti attivisti, intellettuali e dissidenti, vittime di violenza domestica e minori, in casi giudiziari sensibili, di cui ben pochi avrebbero accettato di occuparsi al suo posto.
Da anni è vittima di una vera e propria persecuzione giudiziaria da parte del regime iraniano, per il semplice fatto di aver difeso i diritti umani in un contesto sempre più ostile al loro pieno riconoscimento, nonché per aver sfidato le degradanti leggi sull’obbligo del velo.
Il caso di Sotoudeh è il caso più celebre ma, purtroppo, è solo la punta di un iceberg di un fenomeno sempre più incessante nel Mondo, dove gli Avvocati, trovandosi in prima linea nella loro opera di salvaguardia dei diritti, vengono costantemente colpiti nel tentativo posto in essere da alcuni regimi di eliminare ogni impedimento all’esercizio di un potere sempre più assoluto comprimendo a tal fine i diritti civili fondamentali e la libertà di espressione e di dissenso.
In questo momento storico l’Avvocato ha un’importanza fondamentale nella vita della collettività perchè coopera al fine altissimo di salvaguardare i diritti dei cittadini e di garantire l’ordinato sviluppo della società nella libertà e nella giustizia per tutti.
Come ha insegnato Piero Calamadrei, la libertà è condizione ineliminabile di legalità e dove non vi è libertà non può esserci legalità.
L’Iran oggi è un paese in cui il solo fatto di essere Avvocati viene considerato un vero e proprio crimine ed il comportamento assunto dal Governo di quel paese non solo viola le leggi interne ed i principi chiave del diritto internazionale ma ci ricorda l’importanza della libertà e indipendenza dell’Avvocatura, nel garantire il corretto funzionamento di una vera democrazia.
Il nostro Paese, così intimamente legato al principio dell’Ordinamento di Diritto che si uniforma ai precetti costituzionali di Democrazia e Libertà non può restare insensibile e inerte di fronte al fenomeno di soppressione delle garanzie dei diritti fondamentali delle persone.
È per le suddette ragioni che l’Organismo Congressuale Forense, quale organo di rappresentanza del Congresso Nazionale Forense, a nome dell’Avvocatura Italiana richiede che il Ministro per gli Affari esteri e la Cooperazione Internazionale, Prof. Enzo Moavero Milanese, ed il Ministro della Giustizia, Avv. Alfonso Bonadede, prendano posizione, facendo valere i principi ineliminabili di Libertà e Democrazia frutto delle nostre conquiste di civiltà giuridica e sociale, nei confronti di questa condanna oltraggiosa richiamando, l’attenzione verso i pericoli che, quotidianamente, gli Avvocati di tutto il mondo corrono nell’esercizio della loro professione a tutela e presidio dei diritti umani, con particolare attenzione ai più deboli.