Giustizia; Gallo (OCF): “Situazione intollerabile al Giudice di Pace Venezia. CSM e Ministero devono accelerare”
L’Organismo Congressuale Forense (OCF) torna a denunciare l’emergenza cronica della giustizia civile e, in particolare, la situazione ormai insostenibile del Giudice di Pace di Venezia. Il segretario dell’OCF, Accursio Gallo, definisce “intollerabile” lo stato in cui versa l’ufficio giudiziario veneziano, nonostante le ripetute segnalazioni provenienti dall’avvocatura.
“Non è ammissibile che per ottenere una semplice prima udienza di fronte al Giudice di Pace si debbano attendere oltre 1.000 giorni – dichiara Gallo –. Abbiamo ripetute notizie di cittadini che si vedono fissare oggi l’udienza a inizio 2028, il che è la fotografia di un sistema al collasso, che mina i diritti dei cittadini e alimenta una giustizia di serie B”.
L’OCF sottolinea come la grave carenza di organico, da tempo denunciata a livello nazionale, abbia raggiunto a Venezia livelli paradossali: “Solo 4 giudici in servizio su 10 previsti, personale amministrativo più che dimezzato e un carico di lavoro in continuo aumento: questa non è giustizia, ma una farsa ai danni dei cittadini e degli avvocati.”
“Siamo certi che il Ministro Nordio sia consapevole delle condizioni del suo territorio, ma il problema riguarda non solo Venezia bensì l’intero sistema giudiziario italiano. Abbiamo appreso che vi sarebbe da parte del CSM l’applicazione di una procedura rallentata sulle assegnazioni dei nuovi GdP, il che non permetterebbe al Ministero di revisionare le piante organiche con celerità. Ora è però il momento di correre, perché a ottobre le competenze dei Giudici di Pace aumenteranno, e il rischio di deragliare è estremamente concreto.”
L’OCF chiede un intervento immediato per garantire il corretto funzionamento della giustizia di prossimità, con una riorganizzazione strutturale degli uffici. “Se le Istituzioni preposte continuano a non affrontare con la dovuta decisione il problema, la conseguenza sarà la definitiva paralisi dell’intero sistema – conclude Gallo –. E a pagare saranno ancora una volta i cittadini, costretti a rinunciare ai propri diritti o a svenderli con accordi extragiudiziali al ribasso per evitare attese infinite.”