Emergenze edilizia giudiziaria, OCF: “Si rischia la paralisi”
I problemi della Giustizia italiana non si esauriscono certo nel difficile, recente, recepimento di epocali riforme nell’ambito penale e civile; essi attengono anche alla cattiva gestione delle strutture dove quotidianamente si amministra la giustizia.
Nelle ultime settimane le gravissime criticità emerse ci fanno riflettere: i palazzi di giustizia sono spesso ubicati in strutture inadeguate, con uffici inospitali e, in qualche caso, addirittura insalubri e pericolosi.
Questa una sintesi, volutamente parziale, degli ultimi accadimenti dal giugno 2022:
Bergamo, 23 giugno 2022: è svenuto un magistrato che è stato trasportato in Ospedale in ambulanza per il prolungato mancato funzionamento dell’aria condizionata;
Grosseto, 25 settembre 2022: alcuni locali del Palazzo di Giustizia si sono allagati, facendo saltare l’impianto elettrico;
Bari, 30 settembre 2022: per un crollo in aula Magna della Corte di Appello, è stato travolto un assistente giudiziario che ha perso la falange;
Catania, 20 ottobre 2022: in Tribunale è crollato un soffitto, nonostante che la precaria condizione in cui versava lo stesso, fosse stata segnalata al Ministero circa sei mesi prima;
Messina, 21 novembre 2022: si è completamente allagato l’esterno del Tribunale;
Nocera Inferiore, 22 novembre 2022: in Tribunale è crollato un controsoffitto poco prima dell’inizio delle udienze;
Castrovillari, 7 febbraio 2023: la rottura dell’impianto di riscaldamento del Tribunale ha determinato la sospensione dell’attività giudiziaria per almeno dieci giorni.
Ragusa, 10 febbraio 2023: crollo di controsoffitti presso il plesso c.d. PALAZZO EX INA di pertinenza del tribunale con conseguente temporanea chiusura dei relativi uffici giudiziari.
L’amara considerazione è che la riforma della geografia giudiziaria del 2012 non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, non ha facilitato l’accesso alla Giustizia e di certo non ha risolto le disfunzioni degli Uffici.
I pochi e limitati interventi apportati sono apparsi incompleti e frammentari, basati su procedure lente e macchinose e quasi sempre ispirati a una logica d’emergenza.
Le precarie condizioni in cui versa l’edilizia giudiziaria, il disagio evidente in cui tutti gli operatori della Giustizia sono costretti a lavorare è noto da tempo ed è evidente che è giunto il momento di investire, di utilizzare i fondi del PNRR anche e soprattutto per l’edilizia giudiziaria.
Non sarà possibile attuare alcuna riforma se i luoghi dove lavorano gli operatori del diritto permangono pericolosi e fatiscenti, se vi è assenza totale di manutenzione degli edifici giudiziari, se è quotidiano il disagio in quasi tutti i Tribunali italiani.
L’OCF sollecita la politica a intervenire, concretamente e presto, per incrementare e spendere i fondi destinati alla Giustizia, senza più alcuna esitazione, perché, con o senza riforma, nelle condizioni attuali si rischia la paralisi e per questi motivi inserirà all’ordine del giorno della prossima assemblea del 24 e 25 febbraio 2023 tale argomento, per aprire un confronto tecnico sul punto.