Decreto Rilancio: avvocati discriminati
L’Organismo Congressuale Forense registra con sgomento il totale disinteresse dell’Esecutivo, già manifestatosi con il blocco delle attività giudiziarie per due mesi e con la mancata ripresa che sarebbe dovuta avvenire il 12 maggio, che viene confermato con il decreto rilancio pubblicato, dopo l’annuncio di una settimana fa, soltanto stamattina in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto non solo non prevede alcun programma straordinario complessivo per la giustizia ma, addirittura, non estende ai professionisti iscritti alla Casse private neppure la possibilità di accedere al fondo perduto previsto per imprese ed autonomi.
Dopodomani si terrà un tavolo ministeriale dove ribadiremo l’esigenza di convergere su una visione complessiva ed unitaria della Giurisdizione, a salvaguardia del diritto di difesa, e di adottare un piano nazionale straordinario per investire nella Giustizia immediate ed ingenti risorse.
L’Avvocatura deve essere messa nelle condizioni di garantire una funzione sociale dall’alto valore etico: la difesa dei diritti dei cittadini soprattutto dei non abbienti, costituzionalmente garantito.
La tutela dei diritti, soprattutto in questa fase emergenziale, potenzialmente idonea a creare condizioni di ingiustizia e disparità per i cittadini, è necessaria per evitare pericolose derive nella Società.
Abbiamo già proclamato lo stato di agitazione e, in mancanza di risposte tempestive e adeguate, siamo pronti ad ogni ulteriore iniziativa forte e decisa dovesse occorrere.