Attacchi alla Cassazione sul caso Diciotti; OCF: “La libertà di magistrati e avvocati è presidio di democrazia”
L’aggressione verbale della politica alla Cassazione, a seguito della sentenza sul caso dei migranti imbarcati sulla “Diciotti”, consente di riprendere il tema più volte ribadito dall’avvocatura, ossia quello della imprescindibilità della libertà e terzietà del giudice, principio al quale è strettamente connesso quello della libertà dell’avvocato e del cittadino.
Purtroppo, si ripetono, da parte della politica, ma anche del popolo mediatico, gli elogi o gli smodati e gravi attacchi ai giudici a seconda che il provvedimento emesso risponda o meno ai desideri della piazza o al supposto interesse dello Stato. Lo stesso distorto e incostituzionale modo di intendere la giurisdizione è alla base della critica frequente ai giudici che assolvono o ai difensori per il semplice fatto di assumere difese in processi a vocazione mediatica e di persone accusate di reati gravi.
Va ribadito che le sentenze si possono criticare, ma è inconcepibile e incostituzionale la pretesa che il giudice nel decidere debba rispondere a interessi terzi e diversi dalla legge e dai principi che governano l’esercizio della giurisdizione. Ogni pressione indebita al giudice lede la libertà del cittadino e del difensore, così come gli insulti ai difensori sono un attentato alle fondamenta della nostra democrazia.
L’OCF precisa che il giudice è tenuto a decidere sulla base di valutazioni giuridiche e non politiche, né deve tenere conto delle aspettative del popolo- Ogni divergenza da ciò determina una lesione anche del diritto di difesa. Non si dimentichi che il diritto del migrante, così come la tutela di tutti i diritti umani e del soggetto accusato, vede sempre un difensore che si pone quale argine a tutela dell’individuo e che riafferma la centralità dell’essere umano in linea con la nostra Costituzione.
L’OCF ribadisce che difenderà sempre i principi liberali, che non ammettono che chi giudica e chi difende siano condizionati.