Affitto d’azienda ai notai
L’Organismo Congressuale Forense esprime la sua ferma contrarietà all’ipotesi del ritiro dell’emendamento 11.02 del Decreto Crescita attualmente all’esame della Commissione Finanze della Camera che attribuiva anche agli avvocati e ai commercialisti la possibilità di stipulare i contratti di affitto di azienda per affidarla alla competenza esclusiva dei notai.
L’Organismo Congressuale Forense in particolare ritiene molto gravi le affermazioni contenute nel parere negativo espresso dalla Direzione Nazionale Antimafia secondo il quale solo il notaio, in quanto pubblico ufficiale, sarebbe in grado di garantire il controllo sulla legalità degli atti.
La DNA ritiene infatti che l’affitto di azienda consente al titolare di agire sul mercato al pari di un soggetto che ne abbia la proprietà e che rappresenti nella prassi commerciale un primo passo per la futura vendita e un’anticamera della crisi d’impresa, i cui profili di illiceità dovrebbero essere vagliati ex ante dal notaio in quanto pubblico ufficiale.
Continua quindi da un lato la sfiducia nei confronti degli avvocati ai quali l’ordinamento consente però di stipulare accordi di negoziazione assistita con effetti costitutivi sia sullo status delle persone che aventi efficacia di titolo esecutivo e per l’iscrizione di ipoteca giudiziale. Senza dimenticare che anche gli avvocati assumono la qualifica di pubblico ufficiale negli incarichi di curatore o commissario giudiziale e che anche gli avvocati sono tenuti al rispetto della normativa sull’anticiriclaggio e quindi in grado di valutare le operazioni potenzialmente pericolose.
Dall’altro lato si perpetua la difesa ad oltranza degli interessi della categoria dei notai, a discapito della normativa sulla concorrenza e quindi degli interessi dei cittadini.