L’Organismo Congressuale Forense denuncia l’impronta illiberale delle riforme in atto
Roma, 26 gennaio 2019 – L’Organismo Congressuale Forense (OCF) – l’organismo di vertice di rappresentanza politica dell’Avvocatura italiana – ha preso parte alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Appello di Firenze, che ha visto la presenza del Ministro della Giustizia. Nel corso del dibattito pubblico, l’OCF ha manifestato profonda preoccupazione per gli effetti delle riforme in materia giudiziaria messe in campo dal Governo in carica.
“Stiamo assistendo sotto i nostri occhi a una trasformazione in senso illiberale del sistema della giustizia, in un impeto che in nome dell’efficienza rischia di mettere a repentaglio garanzie e tutele conquistate faticosamente nel corso di secoli”, ha dichiarato l’Avv. Giovanni Malinconico, Coordinatore dell’OCF. “Il più grande ostacolo a una giustizia efficiente è invece la sempre più grave carenza di risorse umane, strutturali e materiali alle quali occorre, oggi più che mai, porre rimedio senza altri indugi. Su questi punti chiederemo al Governo e alle forze politiche risposte concrete e immediate”, ha concluso Malinconico.
L’OCF ha manifestato forte contrarietà sulla riforma della prescrizione. Tale riforma, peraltro contrastata anche da larga parte della Magistratura, è infatti incapace tanto di perseguire obiettivi di giustizia nel caso specifico, quanto di aumentare l’efficienza del sistema giudiziario nel suo complesso. “Questa riforma è espressione di un approccio che intende la giurisdizione non come presidio di tutele, ma come strumento di gestione del potere, che lascia il singolo cittadino alla mercé di un processo potenzialmente senza fine”, ha dichiarato il Coordinatore dell’OCF.
Forte di tale premessa, l’Organismo ha quindi espresso grande preoccupazione nei confronti dell’annunciata riforma del processo penale. In un contesto socio-politico in cui vengono sempre più enfatizzati i profili spettacolari ed esemplari della risposta giudiziaria penale, il rischio sarebbe quello di un grave ed inaccettabile arretramento delle conquiste di cultura e civiltà giuridica da parte del nostro Paese.
Infine, l’OCF ha denunciato ulteriori preoccupanti segnali nell’ipotesi di riforma del processo civile annunciata dal Governo, che implicherebbero la mortificazione del ruolo delle parti e dei loro difensori, in un processo che rischia di assumere anch’esso un’impronta illiberale.