Cause civili, emendamento “taglia tempi”

“L’emendamento che estende l’applicazione del rito sommario a tutte le cause in capo al giudice monocratico, ‘taglia i tempi’ del processo ma mortifica il ruolo dell’avvocato e pregiudica l’effettiva tutela dei diritti. Di fatto tradisce lo spirito liberale del processo che ha il suo centro nel contraddittorio e che lascia alle parti la libertà, appunto, di dettarne i tempi entro un quadro di regole certe”.
Così in una nota il coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, Antonio Rosa.
“La sensazione è che si tratti di un emendamento scritto dalla Magistratura che finora, per il tramite dell’Ufficio legislativo del Ministero, ha: complicato la vita alla parte attrice disincentivando l’accesso al giudice; attribuito ai magistrati la facoltà di procedere e decidere senza regole (tra l’altro pronunciandosi con sentenze sempre più stringate nelle motivazioni) e, infine, marginalizzato la funzione dell’avvocato nel processo dal momento che, in assenza di regole certe, non sarà più nelle condizioni di proteggere i diritti del suo assistito”.
Eppure, secondo Rosa, i rimedi per ridurre i tempi del processo senza snaturarlo ci sarebbero. “Basterebbe eliminare l’udienza di precisazione delle conclusioni (che serve solo al giudice per non incorrere in sanzioni disciplinari nel caso di mancato rispetto del termine di deposito della decisione); eliminare l’udienza in cui decide sui mezzi istruttori, imponendogli di rispettare i 30 giorni dallo scadere delle memorie istruttorie per decidere e, infine, attribuire valore confessorio alla contumacia. Piccoli interventi – conclude Rosa – che consentirebbero di risparmiare un tempo considerevole nel processo senza stravolgere il sistema di pesi e contrappesi con i quali è stato costruito”.