DOCUMENTO SU CRITICITA’ DELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE E SULLE INIZIATIVE DI UCPI PER I GIORNI 19, 20 E 21 APRILE 2023
Approvato dall’Assemblea dell’Organismo Congressuale Forense del 14 e 15 aprile 2023
Con documento depositato al Ministro Nordio subito dopo il suo insediamento l’ OCF ha indicato l’ineludibilità di interventi legislativi nel settore penale.
In particolare si è ribadita la necessità di un’ampia riforma volta a realizzare un diritto penale minimo, presupposto affinchè qualunque sistema penale sia efficace.
Si sono, poi, richieste al Governo, prima ancora dell’entrata in vigore della Legge Cartabia, le modifiche a innovazioni legislative ritenute lesive del diritto di difesa e tali da determinare un assetto incostituzionale del processo penale.
In particolare si è rilevato che l’esigenza di velocizzare il processo non può risolversi nell’introdurre formalismi in materia di impugnazioni, il mancato rispetto dei quali determina l’inammissibilità del gravame.
Ciò ha generato, soprattutto nell’ambito della difesa di ufficio, un evidente sacrificio del diritto spettante al condannato in primo grado a una rivalutazione nel merito, ciò in violazione della presunzione di non colpevolezza.
Ad oggi gli articoli 581 comma 1 ter e quater cpp in materia di impugnazioni sono rimasti invariati nonostante le richieste di modifica provenienti dall’avvocatura già espresse in specifici deliberati sin dal Congresso di Lecce.
Ne viene fuori un processo penale che guarda poco ai profili sostanziali della colpevolezza e innocenza e troppo alla deflazione e velocizzazione del processo.
Si è, poi, rappresentata la necessità, alla luce dell’incremento degli oneri posti a carico della difesa, di ampliare i termini per proporre impugnazioni avverso le sentenze di condanna e quelli di cui all’art. 415 bis cpp.
Va detto che il sistema processuale penale scaturito dalla Legge Cartabia si caratterizza fin dalla fase delle indagini per l’introduzione di termini perentori e decadenze che rendono l’attività difensiva un percorso ad ostacoli, difficilmente coniugabile con l’idea di un sistema penale di marca liberale.
Ebbene, nei primi setti mesi di attività del Governo, non vi sono state innovazioni tendenti a realizzare gli obiettivi ritenuti primari da OCF:
1) separazione delle carriere;
2) depenalizzazione;
3) riduzione dell’elenco dei reati ostativi;
4) modifica della disciplina delle intercettazioni per evitare abusi. In particolare va eliminata la prevista utilizzazione delle intercettazioni al di fuori dei reati per i quali sono autorizzate (in linea con i principi delle sentenze delle Sezioni Unite Penali Scurato e Cavallo);
5) modifiche volte a ridurre l’abuso della custodia cautelare in carcere;
6) ampliamento del ricorso alle misure alternative al carcere;
7) introduzione di norme che rafforzino la presunzione di non colpevolezza che è alla base della regola di giudizio del processo penale;
8) irrobustimento degli organici dei magistrati e degli amministrativi del settore giustizia.
Quanto alla custodia cautelare e alla esigenza di limitarne l’abuso, l’OCF ha sollecitato una riforma che preveda l’adozione dei provvedimenti cautelari da parte di un organo collegiale.
Di contro, già si è evidenziato che, nonostante un programma del Governo in tema di giustizia di marca liberale, le prime leggi in ambito penale si sono caratterizzate per la loro ispirazione securitaria e populista, con introduzione di nuove fattispecie penali e di prevenzione.
L’ OCF in questi sei mesi ha più volte ribadito le esigenze dell’avvocatura anche in occasione di confronti con i magistrati (seminari organizzati con MD).
Da ultimo, ancora più preoccupante è l’evidente frenata nel dare attuazione alla delega in tema di riforma dell’ordinamento giudiziario.
Tale riforma, infatti, è finalizzata a porre rimedio ad evidenti patologie che si riflettono inevitabilmente sulla fiducia del cittadino nella giustizia (porte girevoli, fuori ruolo, attività dei Consigli Giudiziari e partecipazione degli avvocati, valutazione professionale dei magistrati).
Su tutti questi temi l’Unione delle Camere Penali riferisce in un recente documento di avere constatato forti resistenze ai cambiamenti auspicati, nonostante l’impegno in tal senso del Ministro Nordio.
Per tali ragioni ha indetto tre giorni di astensione dalle udienze nelle date del 19, 20 e 21 aprile 2023.
Pur nella consapevolezza che lo strumento dell’astensione deve essere utilizzato con cautela e parsimonia, l’Assemblea OCF ne condivide le ragioni.
Roma, 14 aprile 2023