REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA
“Che il quorum non si sarebbe raggiunto era chiaro a tutti.
La giustizia è come le tasse, non se ne parla volentieri; sembra un mondo lontano, non pare mai davvero riguardarci (tranne ci capiti di doverne sentire il morso sulla nostra carne).
I paesi anglosassoni che sono abituati a declinare le libertà individuali anche sospettando della presunta bontà dello stato la pensano diversamente e non la lasciano la delega in bianco in materia fiscale e di giustizia.
Noi ci disinnescano da bambini; ci facciamo raccontare le favole che sulle tasse non si può fare nulla e conviene star zitti e piuttosto cercare di evaderle. È più comodo che abbassarle e buttare in galera chi non le paga. Questo è il paese che premia i furbi e chi parte prima dello start. (Vedrete ora coi i fondi del 110 che si esauriranno e il taglio dei tassi che imporrà nuove politiche finanziarie). E per la giustizia vedrete che soddisfazione in capo ai soliti burocrati registrare che a questo paese di riforme e diritti non importa a nessuno. Non a tutti però.
Onore agli avvocati, magistrati e cittadini che non si sono sottratti al confronto pur sapendo che sarebbe stato vano. E per l’avvocatura mi piace ricordare l’Organismo Congressuale Forense che ha abbracciato con coraggio i temi referendari.
Ecco la migliore avvocatura. Quella che non patteggia prebende e si batte per le riforme di cui il paese ha bisogno”.
(Mariano Mameli, Presidente COA Sassari)